Attualità e Politica
17/10/2023 | 12:05
17/10/2023 | 12:05
ROMA – Nicolò Fagioli ha avviato un percorso di recupero dalla dipendenza, Sandro Tonali collaborerà con le autorità e Nicolò Zaniolo disperato che spiega di non aver giocato sul calcio ma – al limite – di aver partecipato a qualche partita di poker e black-jack. Sui tre talenti, si allunga l’ombra minacciosa di una lunga squalifica sportiva che potrebbe escluderli da Euro 2024 (se l’Italia ci sarà), mentre sembra improbabile o comunque molto limitato il rischio di un coinvolgimento penale per aver “partecipato” ad un gioco illegale. In attesa delle nuove rivelazioni di Fabrizio Corona, annunciate per questa sera in una trasmissione Rai, l’inchiesta della Procura di Torino va avanti, dopo aver scoperchiato una storia di calciatori famosi che giocano su siti non autorizzati dallo Stato. Un settore parallelo a quello autorizzato, che garantisce l'anonimato a chi non vuole far conoscere la sua attività, in particolare a chi – come i calciatori - queste scommesse non le potrebbe proprio fare. La caccia la conduce l’Agenzia delle Dogane che oscura i siti – siamo arrivati a diecimila – senza autorizzazione. Pochi minuti dopo, ai clienti dei bookmaker clandestini arriva una mail con un nuovo indirizzo (di solito lo stesso con un numero progressivo che cambia ad ogni oscuramento) che riporta alla bisca virtuale e istruzioni dettagliate per 'riattivarsi' rapidamente. E adesso, riportano fonti del settore ad Agipronews, c’è anche l’agente di zona, come per un'azienda di telefonia. Basta collegarsi a siti non autorizzati – con licenze in paesi tipo Curaçao – e tentare di registrarsi. Si verrà indirizzati dal sistema verso un “agente di zona” o “referente di zona” che provvederà a facilitare il cliente. Ci si incontra, lo scommettitore versa la somma che intende depositare sul conto all’agente, che gli fornisce le credenziali di accesso. A quel punto, il gioco è fatto: basta andare a casa e scommettere sulla somma depositata. Si tratta però di un credito “virtuale”, perché non è transitato attraverso alcuno strumento di pagamento “ufficiale”. E in caso di vincita, basterà chiedere un nuovo incontro all’agente per ricevere il contante. Nel caso dei calciatori o dei vip in generale – rivela una fonte che vuole rimanere anonima – «non c’è problema, la garanzia è negli orologi da capogiro o in qualche gioiello di valore». Il punto centrale, per calciatori e vip è sfuggire alla registrazione on line. E allora, se tutto deve restare nell’ombra, la scommessa corre sul 5G, rimbalzando tra chat e cellulari. Ci si telefona, si scambiano “ordini” di scommessa via Whatsapp o Telegram, magari usando frasi in codice, e il banco accetta la puntata a credito. E quando arriva il momento di saldare il debito, le vie sono due: o il vip paga con l'orologio che ha al polso o ricorre al caro vecchio cash.
I NUMERI – Le ultime stime ci dicono che quello del gioco illegale è un giro da 25 miliardi di euro. Una fetta ogni anno più grossa è rappresentata dal mercato nero dell'online, più “sicuro” perché non configurabile come un luogo fisso, e spesso gestito da operatori con licenze in paesi all'altro capo del globo. Ebbene, il black market del gioco in rete vale 18,5 miliardi di euro, un miliardo e mezzo al mese. Tradotto: il 75% del totale. Cifre che fanno paura anche se messe vicino a quelle del comparto legale.
ZERO TUTELE – Chi partecipa ad una scommessa illegale, in ogni caso, compie un reato e dunque potrebbe beccare una denuncia. Nel caso dei calciatori, si infrange poi una stringente regola federale e dunque si rischia una lunga squalifica. Il settore illegale ha poi un altro pesante rovescio della medaglia: è vero che ci sono meno regole e formalità ma non c’è alcuna tutela per chi gioca. Magari attirato da quote più alte o da un bonus spropositato al momento dell'iscrizione, uno scommettitore può utilizzare un sito non autorizzato e ottenere rapidamente vincite anche importanti. Il problema sorge quando queste vincite non vengono pagate. Può succedere per una controversia sull'esito, o semplicemente perché ci si affida a qualcuno che ha già deciso di non stare alle regole. Nel caso dei pagamenti effettuati di persona, bisogna fidarsi di qualcuno che può sparire nell'esatto istante in cui ha incassato la puntata. Per chi gioca su siti online, occorre invece rivolgersi a tribunali o authority di paradisi fiscali, fuori dalla legislazione italiana e anche europea. In conclusione, chi sceglie il mercato illegale non può avere la certezza di incassare la vincita, mentre corre seriamente il rischio di finire in una bufera – anche penale - come quella scatenata sui calciatori in questi giorni.
GM/Agipro
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