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Attualità e Politica

29/01/2015 | 12:37

Bando scommesse, Ricorso Stanleybet: Corte di Cassazione non applica sentenza giudici europei

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ROMA - La terza sezione penale della Corte di Cassazione non ha applicato la sentenza del 22 gennaio scorso della Corte di Giustizia Europea sul bando per 2000 agenzie, ma ha disposto il rinvio del procedimento, a carico di un Ctd Stanleybet, a nuovo ruolo per attendere la decisione dei giudici europei sulla domanda di questione pregiudiziale comunitaria, basata su quesiti diversi da quelli del Consiglio di Stato. E' quanto annuncia la stessa Stanleybet con una nota. "Ieri davanti alla Corte di Cassazione era fissato il giudizio cautelare per fatti accaduti nel 2014 - si legge nella nota - Daniela Agnello, legale del titolare del centro, ha prodotto la sentenza del 22 gennaio evidenziando che i giudici europei hanno fondato la decisione, incompleta e parziale, unicamente sul presupposto che l'allineamento temporale delle scadenze delle concessioni italiane può essere considerato funzionale solo a un obiettivo – perseguito dallo Stato Italiano - di riduzione in futuro del numero totale delle concessioni oppure all'esigenza di esercitare controlli di ordine pubblico più rigorosi nel settore delle scommesse. Entrambi gli obiettivi, però, non sono affatto perseguiti dal legislatore italiano che, invece, continua a incentivare il gioco tentando di immettere nel sistema, attraverso la legge di stabilità, ben 7000 nuovi entranti, per di più in assenza di preventivo controllo di ordine pubblico, segnale inequivocabile – quindi - della mancanza di qualsiasi preoccupazione di prevenzione della sicurezza e dell’ordine pubblico".

La Corte di Cassazione, ricordano ancora dal bookmaker di Liverpool, e "successivamente altre 25 autorità giudiziarie italiane, nell'anno 2014, hanno sollevato nuovi e ulteriori quesiti pregiudiziali sulle disposizioni della gara anche in relazione alla valenza discriminatoria dell’obbligo dei partecipanti di devolvere gratuitamente le proprie infrastrutture alla scadenza delle nuove concessioni, fissata a 42 mesi. Ieri la Corte di Cassazione non ha ritenuto la sentenza del 22 gennaio scorso idonea a risolvere i dubbi interpretativi sollevati dai giudici in sede penale e ha sospeso il procedimento in attesa della nuova sentenza della Corte di Giustizia. Anche il Procuratore generale - concludono nella nota - ha aderito al rinvio a nuovo ruolo del procedimento. Nuova conferma in sede giudiziaria, quindi, da parte dei supremi giudici e della Procura Generale, che la sentenza del 22 gennaio é una decisione incompleta, interlocutoria e, comunque, collocata al di fuori dell'attuale contesto normativo del sistema concessorio italiano". RED/Agipro

 

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