Attualità e Politica
05/12/2018 | 16:10
05/12/2018 | 16:10
ROMA - Finiscono in Svizzera i soldi che il casinò di Campione - chiuso da quattro mesi - non può più incassare. I giocatori non sono rimasti ad aspettare i tempi biblici della politica italiana, migrando corposamente nelle vicine case da gioco svizzere. Il casinò di Lugano è il primo di queste: dalla chiusura di Campione fino ad oggi - come emerge dai dati di fine novembre elaborati da Agipronews - i ricavi totali sono cresciuti del 58% rispetto all’anno precedente, mentre dopo il 27 luglio - ultimo giorno di attività della sala italiana - i clienti entrati nel casinò sono stati circa 130mila, in aumento del 32% rispetto allo stesso periodo del 2017. Affari d'oro anche a Mendrisio, dove la casa da gioco locale ha visibilmente incrementato la sua attività. In questo caso a fine ottobre è stato registrato un aumento del numero medio di visitatori dell'8,13% rispetto allo stesso mese del 2017. Sempre a ottobre i ricavi si sono assestati a 5,3 milioni di franchi (26,4 milioni di euro), pari al 30% in più. L'"effetto Campione" è stato invece più contenuto a Locarno, meno facilmente raggiungibile dall'Italia: ciò si è tradotto in un aumento dell'affluenza del 5%, ma i ricavi sono scesi del 3,7%. Sul fronte legale e istituzionale, intanto, la partita è ancora lungi dall'essere chiusa, ma a più di quattro mesi dalla chiusura le porte del Casinò di Campione rimangono serrate. In ballo c'è ancora l'udienza alla Corte di Appello di Milano contro la sentenza di fallimento della casa dal gioco, il 13 dicembre; nel Decreto fiscale approvato dal Senato e ora al vaglio della Camera è prevista la nomina di un commissario straordinario che valuterà la possibilità di una nuova gestione, mentre il Tar Lazio ha sospeso fino a fine febbraio le procedure di mobilità per gli 86 dipendenti comunali in esubero.
«La chiusura del casinò di Campione ci sta evidentemente portando dei benefici, tuttavia non speculiamo sulle disgrazie altrui, per cui continuiamo a lavorare con serietà, nel rispetto della legge e con la consueta attenzione per il giocatore - ha detto il direttore amministrativo del casinò di Mendrisio, Luca Antonini - In questo senso, la convivenza con altre case da gioco non ci ha spaventato in passato e non ci preoccuperebbe per il futuro, qualora il casinò di Campione dovesse riaprire». Solidale anche Emanuela Ventrici, direttrice del casinò di Lugano: «Abbiamo più volte ribadito la nostra solidarietà nei confronti dei lavoratori di Campione che stanno attraversando un momento molto difficile e ci auguriamo che la situazione si risolva nel più breve tempo possibile», ha dichiarato.
LL/Agipro
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