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Attualità e Politica

02/07/2015 | 12:14

Consiglio di Stato, Garrisi (board Stanleybet): "Pronti a partecipare al prossimo bando, ma il sistema deve cambiare"

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consiglio di stato stanleybet garrisi

ROMA - Una nuova udienza al Consiglio di Stato contro un bando "che non è un rimedio e che ha creato alla Corte di Giustizia Europea un imbarazzo tale da non poter rispondere al quesito dei giudici italiani, perché altrimenti avrebbe messo in difficoltà lo Stato". Così Giovanni Garrisi, membro del board di Stanleybet Holding, a margine dell'udienza a Palazzo Spada contro il bando per 2000 agenzie che verrà discussa in giornata. Stanleybet torna davanti alla Quarta sezione dopo la sentenza della Corte di giustizia europea dello scorso gennaio. A rivolgersi al tribunale europeo era stato proprio il Consiglio di Stato: il nodo era il termine per le concessioni fissato al giugno del 2016 e la Corte ha risposto che è conforme al diritto Ue la gara di durata inferiore alle precedenti. "La Corte in realtà non ha risposto al vero quesito - continua Garrisi ad Agipronews - La gara è legittima, ma non lo è il sistema". Una battaglia che dunque la società inglese è intenzionata a proseguire, ma che si augura di risolvere prima del prossimo bando, in programma nel 2016. "Sarebbe terribile se Stanleybet non potesse partecipare". L'unica strada verso la soluzione "è iniziare colloqui genuini con l'Amministrazione per chiudere il passato e risolvere il problema". Stanleybet è uno dei bookmaker che non ha aderito alla sanatoria prevista dalla legge di stabilità per i centri non autorizzati: "Non potevamo partecipare. Le disposizioni prevedevano in pratica un'autoincriminazione e non c'era nessuna garanzia sulla buona riuscita del procedimento, anche se in 15 anni e oltre 3 mila procedimenti penali non è mai arrivata una condanna con sentenza passata in giudicato". Stanleybet ha deciso di tutelarsi anche dai controlli del comitato interforze nei centri non autorizzati partiti dopo la sanatoria. "Chiederemo il risarcimento danni a tutti i funzionari che faranno partire procedimenti penali. Finora sono stati effettuati 240 controlli nei nostri centri, sette sono stati chiusi e di questi sette hanno riaperto in tre. Non ci stiamo al principio che se il funzionario sbaglia non paga". LL/Agipro

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