Attualità e Politica
07/09/2020 | 10:23
07/09/2020 | 10:23
ROMA - Fornire chiarimenti «in merito alle decisioni di recesso dai conti correnti assunte dagli Istituti di credito» nei confronti di imprese che operano nel settore del gioco e sulla funzione di questi «alla luce della normativa vigente sulle limitazioni dell'utilizzo del contante che impone ai cittadini l'esclusivo utilizzo di un conto corrente sul quale depositare emolumenti derivanti da rapporti di lavoro, e altre transazioni oltre una somma determinata». Così il senatore Massimo Mallegni (FI) in un'interrogazione con richiesta di risposta scritta al Ministro dell'Economia. «Nonostante l'emergenza COVID-19 e le difficoltà di molte imprese italiane nel portare avanti la loro attività, gli Istituti bancari non sembrano intenzionati a sospendere le procedure di recessione dai contratti di conto corrente con le imprese che operano nel settore del gioco legale». In particolare, scrive il senatore, «risulta che nei giorni scorsi la Banca di Credito Cooperativo Abruzzese avrebbe assunto la decisione di recedere da ben due contratti di conto attraverso i quali un imprenditore svolge la sua attività». Una decisione che «crea un danno incalcolabile alle imprese del settore e desta perplessità da un lato, per il modus operandi a parere dell'interrogante assolutamente ingiustificato, esercitato in maniera irrituale nei confronti di aziende, che presentano saldi attivi e che risultano in regola con i pagamenti di fornitori, imposte e contributi previdenziali; dall'altro, perché tale recesso immotivato obbliga le società o aziende a chiudere, in quanto le sempre più stringenti norme sulla tracciabilità dei flussi finanziari non ne consentirebbero l'operatività». Risulta inoltre che «le banche stiano chiudendo i rapporti di conto corrente consegnando ai correntisti unicamente un assegno circolare, il quale per sua natura ha necessità di un conto corrente e di un rapporto bancario per essere tradotto in liquidità disponibile alla spesa od utilizzato per il pagamento di spese ed utenze». Problematiche che già in passato erano state evidenziate dagli operatori del settore. «Da tempo sono rimaste in sospeso per il corretto funzionamento dell'intero comparto - conclude Mallegni - e in questo momento di crisi si stanno accentuando». LL/Agipro
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