Attualità e Politica
09/05/2020 | 12:19
09/05/2020 | 12:19
"Un ulteriore vessazione sulle scommesse sportive è inopportuna e insostenibile dal punto di vista economico, giuridico, di equità fiscale e di lotta all’illegalità. Questa la considerazione di Logico, Lega Operatori di Gioco su canale online, rispetto all'ennesima tassa sul comparto scommesse, allo scopo di fronteggiare le difficoltà del mondo dello sport italiano in generale e del calcio in particolare causate dell’emergenza Covid-19". “Attualmente le manifestazioni sportive nella quasi totalità sono ferme – ricorda Moreno Marasco, presidente di LOGiCO – e dunque la tassa sarebbe efficace solo dopo la ripartenza dello sport, e destinata a perdurare anche al termine dell’emergenza. Non è per nulla collegata alla crisi, ma è una proposta strumentale, storicamente ricorrente e messa dalla FIGC sul tavolo della discussione emergenziale, per tentare di risolvere i problemi strutturali del sistema-calcio italiano, ipotizzando una compartecipazione che avrebbe creato un conflitto di interessi intollerabile fra calcio e scommesse, contraria a qualunque logica anti-matchfixing”.
La nota prosegue sottolineando: "su numeri e percentuali occorre chiarire: l’1% delle somme puntate, la raccolta, equivale ad un’imposizione fiscale fino al 20% dei ricavi per gli operatori online. Considerando che l’imposta di gioco è una tassa sul consumo e che l’aliquota è già al 24%, la pressione fiscale indiretta salirebbe a quasi il doppio dell’incidenza attuale. Occorre inoltre sottolineare l’impatto sugli scommettitori, poiché in sostanza il salasso ulteriore è richiesto a loro. Il comparto delle scommesse sostiene da sempre lo sport. È già previsto dal settore dei giochi un finanziamento annuale con un capitolo di spesa nel Bilancio dello Stato di oltre 400 milioni, destinati a Coni e Sport e Salute. Un sostegno che deve continuare, senza però penalizzare l’offerta di gioco legale e le scelte degli utenti, tanto più che già nel 2018 l’imposta ha già subito un aumento. Al pari di quanto avviene in altri settori dell’economia, la modalità più logica sarebbe quella delle sponsorizzazioni: possibilità inibita, nell’ultima stagione, dall’introduzione del divieto previsto dal Decreto Dignità. In questo modo al calcio sono venuti a mancare alcuni introiti. Intervenire sul divieto è necessario principalmente per riconsegnare al Paese uno strumento di difesa della legalità venuto meno, con gravi conseguenze sociali, prima ancora che economiche. Logico propone da tempo di discutere il superamento del divieto, con una regolamentazione di livello europeo del sistema e non una misura straordinaria e temporanea. Del resto - si legge ancora nella nota - un intervento contingente e collegato all’emergenza è stato già messo in campo dalla Uefa, attraverso un fondo destinato ad ogni federazione nazionale per il resto della stagione e di quella successiva. E spostando lo sguardo in Francia, altro intervento congiunturale arriva dall’unico paese europeo in cui vige il “prelievo dell’1%” invocato a modello dalla Figc. Proprio il Governo francese ha deciso di accordare alla Lega un prestito di 224,5 milioni di euro distribuiti tra i 40 club calcistici professionisti. Un prestito che dovrà essere rimborsato, ma di cui si fa garante lo Stato".
Red/Agipro
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