Attualità e Politica
03/10/2019 | 18:12
03/10/2019 | 18:12
ROMA - La norma relativa alla tassa da 500 milioni alla filiera slot e vlt non è in contrasto con i principi costituzionali, né con il diritto dell'Unione europea. È quanto ribadisce il Tar Lazio in quattro nuove sentenze che respingono i ricorsi di concessionari e gestori contro l'addizionale introdotta dalla legge di stabilità 2015.
Il Tar sottolinea, come già evidenziato nelle sentenze degli scorsi mesi, che con la tassa «non è stato istituito un nuovo tributo». L'intenzione del legislatore, cioè, era quella di «incidere, riducendolo, sulla misura del compenso remunerativo dei soggetti che compongono le filiere delle reti di raccolta del gioco». In altri termini, visto che il denaro che lo Stato lascia a tali filiere, «è pur sempre pubblico», è come se con la legge di stabilità lo Stato avesse ridotto da 4 miliardi di euro a 3,5 miliardi di euro «il montante delle risorse messe a disposizione delle predette filiere per la loro remunerazione». Superata, secondo i giudici, anche la questione della ripartizione dell'addizionale tra i diversi soggetti della filiera: la legge di stabilità 2016 ha chiarito che il versamento della somma spettante ai tredici concessionari «deve essere ripartita tra ciascun operatore della filiera in misura proporzionale alla sua partecipazione alla distribuzione del compenso, sulla base dei relativi accordi contrattuali». Un intervento decisivo anche per gestori ed esercenti, «inizialmente obbligati a versare l’intero ricavato delle giocate, senza possibilità di trattenere il compenso loro spettante», e successivamente «tenuti unicamente in misura proporzionale ai compensi contrattuali del 2015», senza dover rinegoziare i loro rapporti con i concessionari. Il provvedimento con cui è stata introdotta l'addizionale da 500 milioni era già stato sottoposto al Tar Lazio, che a novembre 2015 aveva rinviato la questione alla Corte Costituzionale. Lo scorso anno, poi, la Consulta ha rimandato al Tar gli atti gli atti della causa per una nuova valutazione. Il mese scorso, intanto, è partita l'azione di recupero delle somme non riscosse da parte dell'Agenzia Dogane e Monopoli. Al conteggio, a quanto risulta ad Agipronews, mancherebbero ancora 120 milioni di euro, dopo i 380 versati da concessionari, gestori ed esercenti con tempi e modalità diversi. LL/Agipro
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