Attualità e Politica
10/11/2021 | 11:30
10/11/2021 | 11:30
ROMA - «Il gioco legale, pur essendo depositario di concessioni statali, sembra ancora scontare un pregiudizio. Il lockdown ci ha dimostrato come la chiusura delle sale non abbia fermato la propensione al gioco o cancellato la domanda, piuttosto in mancanza di offerta abbiamo assistito alla diffusione del gioco illegale in molti territori. Oggi il clima appare più favorevole, ma sono fermamente convinto si debba dare seguito all'impegno degli ultimi anni e arrivare ad un Testo unico del Gioco, a favore del quale si sono già espressi tutti gli stakeholder». Lo ha detto Fabio Schiavolin, amministratore delegato di Snaitech, in un'intervista a Economy.
«C'è più di una Regione nella quale il bizantino intreccio tra le normative sulle distanze, sugli orari e sui luoghi sensibili, rende impossibile posizionare un nuovo negozio. Quello che chiediamo è che sia resa operativa la capacità di esecuzione degli obblighi derivanti da una concessione e sia data piena cittadinanza alle imprese del gioco legale», ha sottolineato. Per Schiavolin, «il gioco legale è costretto a muoversi in una sorta di foresta pietrificata. Le concessioni per le sale scommesse risalgono ai bandi Bersani del 2007 e sono scadute nel 2014. Da allora si è proceduto a colpi di proroghe, lasciando gli operatori in una costante incertezza. L'ultima soluzione (temporanea) è stata offerta dal decreto "Cura Italia" del marzo 2020, ma non si può continuare a lavorare a colpi di proroghe. Paradossalmente poi, alcuni operatori stranieri riescono ancora a tenere aperti i loro punti vendita senza concessioni muovendosi tra le pieghe del diritto e senza dover rispettare alcuna prescrizione sanitaria o di sicurezza».
«Nel 2019 il gioco legale ha portato nelle casse dello Stato circa 11 miliardi di euro sotto forma di introiti erariali. Oltre agli introiti relativi alle tasse sul gioco si deve considerare l'indotto che le attività generano sul territorio, un valore non espresso derivante dalle filiere produttive. Parliamo dei fornitori, degli operatori del food & beverage, degli allestitori o delle imprese che si occupano di manutenzioni ordinane e straordinarie. Parliamo insomma di un'industria forte che conta complessivamente 150mila addetti, di cui 60mila dipendenti impiegati nelle sale giochi, scommesse e bingo», ha ricordato. Un settore duramente provato dalla pandemia e dal lockdown. Durante la pandemia, «abbiamo resistito alla tempesta cercando di fornire il miglior servizio possibile ai nostri clienti anche nelle fasi più complesse del lockdown. Questo sicuramente è motivo di grande soddisfazione», ha ricordato. «II nostro settore, come altri e più di altri, ha vissuto una potente spinta alla digitalizzazione: partivamo avvantaggiati avendo sempre considerato l'innovazione come un 'must have' piuttosto che un 'better to have'. Abbiamo così potuto fare fronte al cambiamento e all'accelerazione dell'online. Una transizione digitale affrontata potendo contare esclusivamente sulla forza e la credibilità del nostro brand, visto che il contesto normativo limita fortemente la possibilità di comunicare all'esterno (a causa del Decreto Dignità, ndr). Snaitech è comunque sempre rimasta vicina agli oltre duemila punti vendita su tutto il territorio nazionale, il nostro primo biglietto da visita, che è nostro dovere rispettare, tutelare e rafforzare», ha proseguito Schiavolin.
«Il 2020 si è chiuso registrando un valore di Ebitda adjusted di 132 milioni di euro, possibili in periodo di pandemia grazie alla crescita dei ricavi online del 58% rispetto al 2019 che ha parzialmente compensato la chiusura dei nostri punti fisici e la cancellazione della quasi totalità degli eventi sportivi. Sono numeri che sicuramente consolidano la nostra leadership e la nostra posizione di principale marchio italiano delle scommesse sia nel retail che nell'online ormai diventato un pilastro nelle nostre linee di business», ha continuato. Inoltre «la nostra storia e la nostra identità sono profondamente legate allo sport. Snailech è proprietaria degli ippodromi di Milano (Ippodromo Snai San Siro e Ippodromo Snai La Maura, ndr), nonché dell'Ippodromo Snai Sesana a Montecatini Terme oltre ai relativi comprensori, che includono piste di allenamento e strutture per l'alloggio dei cavalli. È una dimensione che non possiamo perdere o svalutare. Quest'anno abbiamo portato a Milano la Jumping Cup, un grande appuntamento di equitazione internazionale che ha dimostrato quanto l'Ippodromo Snai San Siro possa rappresentare un impianto sportivo e 'teatrale' all'altezza di eventi di ogni genere. Ci siamo aggiudicati la 'Fei European Jumping Championship 2023' e abbiamo vinto con Epiqa il bando per la gestione del servizio televisivo ippico. Successi investimenti di cui andiamo orgogliosi», ha concluso.
RED/Agipro
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