Attualità e Politica
04/08/2023 | 15:40
04/08/2023 | 15:40
ROMA - Con 184 voti favorevoli, l'Aula della Camera ha approvato in via definitiva la delega fiscale che, all'articolo 15, contiene "i principi e i criteri direttivi in materia di giochi" e "conferma il modello organizzativo del sistema dei giochi basato sul regime concessorio e autorizzatorio". Inoltre "reca i princìpi e criteri direttivi per il riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici, con specifico riguardo alla tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili e alla prevenzione dei fenomeni di disturbi da gioco, alla dislocazione territoriale degli esercizi, ai requisiti soggettivi e di onorabilità dei soggetti concessionari, alla crisi del rapporto concessorio, alla riserva statale nell’organizzazione e nell’esercizio dei giochi, al prelievo erariale, alla partecipazione degli enti locali al procedimento di autorizzazione e di pianificazione, alle regole di rilascio delle licenze, alla disciplina dei controlli e dell’accertamento dei tributi, alla qualificazione e alla responsabilità degli organismi di certificazione degli apparecchi da intrattenimento".
Le modifiche del Parlamento - Durante la prima lettura alla Camera era stato approvato un emendamento del Governo che prevede il coinvolgimento della Guardia di Finanza nella definizione dei piani di controllo per il contrasto al gioco illegale: sarà un decreto del Mef, su proposta di Adm, a stabilire piani annuali di controlli "di concerto con il Comando generale della Guardia di finanza". Approvati anche un emendamento di Forza Italia che chiedeva di prevedere "forme di comunicazione del gioco legale coerenti con l'esigenza di tutela dei soggetti più vulnerabili", e uno del PD che chiedeva che "i soggetti pubblici e privati che svolgono attività di prevenzione e cura" della dipendenza potessero accedere "ai dati sulla diffusione territoriale, la raccolta, la spesa, e la tassazione dei giochi". Durante l'esame in Aula era stato approvato poi un emendamento del Movimento 5 Stelle per l'estensione, "a tutti partner contrattuali dei concessionari, dei requisiti previsti dalla normativa antimafia", intendendo per partner contrattuali "tutti i soggetti d'impresa concorrenti nella cosiddetta filiera (produttori, distributori, installatori di apparecchiature e strumenti di qualsiasi natura, incaricati di manutenzione, raccolta e versamenti degli incassi".
L'iter dei decreti - Il governo avrà due anni di tempo per la stesura dei decreti attuativi. I primi però potrebbero arrivare già entro l'anno, aveva annunciato ieri il sottosegretario all'Economia Federico Freni al termine della seduta della Commissione Finanze: "Entro l'anno qualcosa vorremmo fare, però è una corsa ad ostacoli", aveva detto Freni.
MSC/Agipro
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