Attualità e Politica
08/03/2024 | 17:08
08/03/2024 | 17:08
Il tema della riconoscibilità delle forme di gambling legale è tornato prepotentemente di attualità a causa di numerose recenti inchieste della magistratura, che hanno svelato la presenza di operatori illegali di gioco, sia in rete che nel territorio. In un quadro del genere e con il divieto di pubblicità, il consumatore rischia di non essere in grado di distinguere l’offerta autorizzata dallo Stato da quella non autorizzata. “Nella segnalazione al Governo di qualche anno fa - spiega Capitanio nell'intervista esclusiva concessa ad Agipronews -, sono evidenziati dei profili che l’Agcom ha ritenuto importanti per indirizzare il processo di riforma del sistema e il primo punto sottolinea la necessità che la norma garantisca la conoscenza e la consapevolezza del gioco legale. Inoltre, è stata sottolineata l’opportunità di non prevedere un divieto assoluto di pubblicità, ma di imporre il confezionamento di un messaggio che possa indirizzare l’utenza verso il gioco legale e comportamenti responsabili di gioco. Inoltre, sempre nella segnalazione, si sottolineava l’importanza di modulare il divieto a seconda che si trattasse di pubblicità di giochi tipicamente di azzardo, quindi maggiormente soggetti alla compulsività e meno controllabili, o di skillgame in cui rileva, invece, la componente di abilità”. Il futuro è sempre più online, anche nel gioco. Ovvio dunque che le pratiche scorrette proprio in rete vadano a nascondersi. Piattaforme video, influencer, tipster, chat telefoniche – come emerge chiaramente anche dalle sanzioni irrogate recentemente – sono al centro dell’azione di vigilanza di Agcom. “L’attività è molto eterogenea per via della portata ampia del divieto – afferma il Commissario Agcom - le istruttorie vengono aperte o dietro segnalazione, anche della Guardia di Finanza, oppure a fronte della vigilanza degli Uffici dell’Autorità. In quest’ultimo caso, ovviamente, ci si concentra sulle condotte più rilevanti ed è chiaro che le pubblicità su internet, anche effettuate tramite le grandi piattaforme social o di condivisione video, devono essere contrastate più efficacemente. Ciò che auspico è sicuramente una maggiore collaborazione di queste piattaforme, che dovrebbero adottare policy più stringenti per evitare la diffusione di pratiche che, molto spesso, sono in palese violazione della norma”.
NT/Agipro
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