Attualità e Politica
31/03/2022 | 16:02
31/03/2022 | 16:02
ROMA - Il Tar Lazio dice no al risarcimento dei danni per gli operatori di giochi che - tra la fine del 2020 e la prima metà del 2021 - hanno dovuto sospendere l'attività dopo il lockdown stabilito dal Governo per contenere l'emergenza epidemiologica. Nelle sette sentenze pubblicate oggi il tribunale amministrativo respinge i ricorsi delle società di settore, che più di un anno fa avevano iniziato il contenzioso legale contro i dpcm firmati dall'allora premier Giuseppe Conte e successivamente da Mario Draghi. La decisione di fermare le attività di sale giochi, scommesse e bingo è stata «certamente dolorosa», scrive il Collegio della Prima sezione, ma «sicuramente legittima» e «frutto di un'attenta ponderazione degli interessi in campo». I giudici ricordano che la strategia di contenimento del virus mirava a limitare le attività rischiose e non essenziali (come quelle dei giochi), sulla base dei protocolli elaborati a livello internazionale. «Data la straordinaria situazione pandemica» il lockdown è quindi giustificato e non basta sostenere l'assenza di dati scientifici sul rischio di contagio all'interno delle sale. «Il sapere scientifico non si esaurisce nelle scienze esatte, ma si compone anche dell’esperienza comune ovvero delle prolungate osservazioni di un fenomeno». In questo senso, le riflessioni del Cts (che aveva inserito le attività di gioco tra quelle ad alto rischio) partono proprio da questo tipo di constatazioni. «Notoriamente, nelle sale scommesse si assembrano persone che possono stazionare lungamente in esse - scrive ancora il Collegio - È evidente che la frequentazione delle sale espone i relativi avventori ad un elevato rischio di contagio». Diverso è stato invece il caso delle «lotterie istantanee e a ripetizione», che invece non sono state sospese «in quanto è palese che esse sono fruibili in sicurezza». Il Governo ha quindi agito «bilanciando correttamente le opposte esigenze di tutela della salute pubblica e del libero esercizio dell’attività economica». Le sospensioni imposte, conclude il Tar, «venivano comunque compensate con l’elargizione di svariati ristori per le imprese coinvolte».
LL/Agipro
Foto credits wp paarz/Flickr CC BY-SA 2.0
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