Attualità e Politica
07/10/2022 | 08:51
07/10/2022 | 08:51
ROMA - Prosegue il contenzioso tra Agenzia Dogane e Monopoli e Stanleybet sull’imposta unica. Da una recentissima sentenza, anticipata da Italia Oggi, emerge che i titolari dei centri scommesse del bookmaker estero Stanleybet – privo di concessione statale – sono esonerati dal pagamento dell’imposta unica, a partire dal 2016, perché la società estera e i suoi affiliati non partecipano alla gestione di un’attività illecita. La decisione è della Corte di Giustizia tributaria (CGT) di I grado di Napoli che ha annullato - “a causa dell’erronea individuazione e determinazione dei presupposti costitutivi e normativi dell’imposta” - l’accertamento notificato al gestore e alla Stanley dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per il mancato versamento dell’imposta unica. I giudici tributari hanno ricostruito l’iter dell’imposizione, sottolineando che dal 2016 la legge prevede la tassazione non sull’intera giocata ma sulla differenza tra somme giocate e vincite pagate: l’imposta da indiretta è diventata diretta, vale a dire sull’esercizio dell’attività economica. E’ dunque il bookmaker a dover pagare il tributo, non il gestore.
L’imponente contenzioso tra Adm e Stanleybet – spesso favorevole all’Agenzia fiscale – sembra quindi destinato a continuare, spiega il legale del centro e della compagnia, Daniela Agnello: “Abbiamo chiesto di pagare le imposte alle medesime condizioni dei concessionari statali ma l’amministrazione si è fin qui opposta”. La norma fiscale modificata sei anni fa è indirizzata specificatamente ai concessionari, mentre per le ricevitorie con attività illegale la tassazione deve essere calcolata sul triplo della media della raccolta provinciale delle agenzie autorizzate. Stanleybet è però in una situazione del tutto particolare dopo le pronunce dei tribunali comunitari e nazionali, sottolinea la CGT nelle motivazioni: “La legittimità del modus operandi del bookmaker in Italia è stata ribadita dalla Corte di Cassazione, che ha individuato l’obiettivo perseguito dalla riforma dell’imposta unica: sanzionare l’attività illecita. La corte ha stabilito la liceità del modello utilizzato e l’equiparazione di Stanleybet ai concessionari nazionali, al fine di sanare le discriminazioni e le violazioni del diritto UE nelle gare per le concessioni del 2006 e 2012”.
NT/Agipro
Foto credits Brian Turner CC BY 2.0
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