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Ultimo aggiornamento il 26/07/2024 alle ore 21:08

Attualità e Politica

01/04/2024 | 12:30

Riordino giochi retail, la proposta Mef alle regioni: 250 metri dai luoghi sensibili e due fasce orarie di stop. Il confronto riparte domani

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ROMA - La trattativa tra ministero dell’Economia e regioni entra nel vivo. Dopo la presentazione del secondo (inapplicabile) documento del Gruppo tecnico regionale – che ha proposto 500 metri di distanza minima nazionale tra punti gioco e un lungo elenco di punti sensibili, oltre allo stop alla raccolta per undici ore al giorno: due misure che di fatto spazzerebbero via la rete legale – stavolta tocca al Mef chiarire la propria posizione sul riordino della rete di distribuzione dei giochi pubblici. Secondo quanto apprende Agipronews, la risposta è chiara e sarà il punto di partenza nell’incontro di domani, martedì 2 aprile: 250 metri di distanza a livello nazionale e stop all’attività dalle 7.30 alle 9.00 e dalle 12 alle 15. La distanza (politica) è ampia, per questo ci vorrà l’impegno di entrambe le parti per arrivare a un accordo. Nella discussione, per forza di cose, entreranno prima o poi anche altri due temi: la possibile devoluzione alle regioni del 5% del gettito erariale dagli apparecchi (circa 300 milioni annui) e la necessità per il Mef di organizzare le gare per le concessioni, la cui scadenza è fissata per fine 2024. Tutela del giocatore e esigenze erariali, ecco i due obiettivi di una trattativa che si presenta molto complessa. Vediamo nel dettaglio le proposte di via XX Settembre alle regioni.

DISTANZE E LUOGHI SENSIBILI – I tecnici del ministero definiscono “ingiustificato” l’allargamento senza reali motivazioni delle tipologie di luoghi sensibili, tanto da inglobare anche luoghi come, ad esempio, le fermate dell’autobus, i compro oro, i cimiteri, i bancomat. Tali scelte hanno creato “l’effetto di indebolire la ratio del divieto in quanto non rinvenibile alcun denominatore comune fra i diversi luoghi scelti come sensibili”. Si ritiene dunque indispensabile ritornare alla scelta iniziale, legando l’individuazione della tipologia di luogo sensibile “alla presenza di soggetti potenzialmente vulnerabili e a rischio non alla mera presenza di attività (a volte anche private) che possano in teoria aumentare la spesa del giocatore”. Ecco perché dell’elenco dei luoghi sensibili dovrebbero far parte solo tre categorie: le scuole secondarie inferiori e superiori in quanto frequentate da soggetti minorenni e con una certa autonomia di azione, i principali luoghi di culto cattolici (parrocchie) o delle religioni riconosciute (anche se la distanza dovrebbe essere inferiore a quella prevista per le scuole), le strutture sanitarie che ospitano centri di recupero per le dipendenze. Le altre strutture (caserme, centri anziani, bancomat, compro oro, cimiteri, palestre e altre strutture frequentate da cittadini maggiorenni e/o strutture facilmente collocabili sul territorio) “andrebbero eliminate dal novero”, secondo il Mef. Oltre ai 250 metri dai luoghi sensibili, l’idea è quella di introdurre – per le nuove aperture - una distanza di 200 metri dagli altri punti gioco, come già avviene per i tabacchi.

ORARI - L’Intesa del 2017 firmata da Stato e regioni prevedeva che i Comuni potessero determinare, per le diverse tipologie di gioco, delle fasce orarie fino a 6 ore complessive di interruzione quotidiana di gioco. “Tale possibilità è stata totalmente stravolta tanto da arrivare, in alcuni casi a prevedere la possibilità di giocare solo in ore notturne, ovvero l’interruzione del gioco per 8/10 ore diurne”, sostiene il Mef. Dunque, l’individuazione di un unico orario di funzionamento su tutto il territorio nazionale darà certezza, trasparenza e concreta possibilità di esercitare l’attività di gioco ma aumenterà anche la possibilità di controllare realmente il rispetto del divieto grazie agli strumenti di monitoraggio dell’offerta da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, incluse la gestione centralizzata dell’accensione e spegnimento degli apparecchi o di raccolta delle scommesse. “Tale fascia, seguendo la logica di evitare il rischio per i soggetti vulnerabili (minori), potrebbe comprendere le ore prossime all’entrata e uscita dalle scuole (dalle 7.30 alle 9.00 e dalle 12 alle 15)”, conclude il Mef.

NT/Agipro

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