Attualità e Politica
10/09/2025 | 15:05
10/09/2025 | 15:05
ROMA - Si è discussa oggi in Corte di Giustizia dell’Unione Europea la causa che riguarda la sanzione di 750mila euro irrogata dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) nei confronti di Google per possibili violazioni del Decreto Dignità, che vieta ogni forma di pubblicità del gioco d’azzardo. La questione era stata avanzata nei mesi scorsi dal Consiglio di Stato italiano.
LA VICENDA - Con un provvedimento del 19 luglio 2022, Agcom aveva sanzionato Google a causa di violazioni del Decreto Dignità che, dal 2018, vieta ogni forma di pubblicità diretta e indiretta del gioco. Google è stata multata in qualità di piattaforma (hosting provider) che ha ospitato contenuti pubblicitari riconducibili al gioco. In particolare, le violazioni riguardavano la responsabilità di Google per la presenza di video - su YouTube - del content creator Spike, nei quali si pubblicizzava il gioco.
Secondo quanto sostenuto da Agcom, Google non si configura come un semplice intermediario neutrale, di conseguenza è corresponsabile della pubblicazione e diffusione della pubblicità vietata, non beneficiando del regime di esenzione da responsabilità previsto dall’art. 14 della Direttiva e-Commerce (2000/31/CE).
Il Tar del Lazio aveva però annullato la multa, evidenziando come Google (e YouTube) si limitasse a offrire uno spazio virtuale ai creatori di contenuti e quindi non potesse essere considerato corresponsabile di eventuali violazioni. L'11 giugno 2024, il Consiglio di Stato aveva rinviato la questione alla Corte di Giustizia dell'Unione europea, considerandola collegata all'interpretazione del diritto comunitario.
GLI SVILUPPI - Le questioni pregiudiziali si concentrano in particolare nello stabilire se “in base all’articolo 1, paragrafo 5, della direttiva 2000/31/CE il regime di responsabilità degli hosting provider di cui all’articolo 14 della direttiva medesima sia applicabile alle attività relative alla pubblicizzazione online di giochi o scommesse con vincite di denaro nonché alla pubblicizzazione del gioco”. Se la Corte di giustizia europea risponderà positivamente al primo quesito, resterà da stabilire se “il regime di responsabilità di cui all’articolo 14 della direttiva 2000/31/CE, sia applicabile ad un hosting provider quale Google con riferimento ai contenuti pubblicati dai titolari dei canali YouTube con cui Google abbia concluso l’accordo di partnership commerciale sopra descritto”. La decisione della Corte di Giustizia è attesa nei prossimi mesi ma sarà preceduta dal parere dell’Avvocato Generale, non vincolante per i giudici.
FRP/Agipro
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