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Attualità e Politica

17/09/2018 | 14:10

Giochi in Piemonte, Pastorino (STS): "Legge regionale da cambiare, domani sarà in piazza tutto il comparto"

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Giochi Piemonte Pastorino fit legge regionale tabaccai

ROMA - «La legge regionale deve essere cambiata». Così Giorgio Pastorino, Presidente Nazionale del Sindacato Totoricevitori Sportivi a proposito della manifestazione organizzata domani 18 settembre a Torino, in cui i tabaccai piemontesi scenderanno in piazza compatti alla grande manifestazione che il mondo del gioco ha indetto sotto il palazzo del Consiglio Regionale. «Si tratta di una manifestazione molto importante perché vedrà riuniti per la prima volta tutti gli addetti del comparto del gioco pubblico legale nel nostro Paese, dai concessionari ai gestori fino a coloro che operano, come i tabaccai, nell’ambito della raccolta. E con loro, per la prima volta in piazza, anche CGIL, CISL e UIL a testimoniare l’assurdità della situazione e chiedere a gran voce solo una cosa: la legge deve essere cambiata», ha detto. Dal 20 novembre scorso, la legge regionale n.9/2016 ha fatto piazza pulita degli apparecchi da intrattenimento installati presso gli esercizi commerciali e i pubblici esercizi, comprese le tabaccherie. Una vera e propria estirpazione di un servizio legale e strettamente regolamento dallo Stato: «A rimetterci saranno le nostre aziende che, senza più la componente dei giochi, dovranno fare i salti mortali per rimanere in piedi. Almeno un licenziamento per punto vendita: questa la stima solamente nella rete delle tabaccherie. Ma per gestori e produttori la sorte sarà ben peggiore: per molti di loro all’orizzonte c’è solamente la chiusura», continua. «Certo, il problema non è solo piemontese. Per questo motivo abbiamo già chiesto un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico per aprire un tavolo di confronto con tutte le altre parti in causa, sindacati dei lavoratori e concessionari. In gioco c’è il nostro futuro. E siamo pronti a difenderlo a tutti i costi. Ecco perché domani saremo a Torino, ed è per lo stesso motivo che, se fosse necessario, nei prossimi mesi scenderemo in piazza in tutta Italia. Le nostre aziende hanno il diritto di rimanere in piedi. Le nostre famiglie hanno il diritto di sopravvivere».
RED/Agipro

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