Attualità e Politica
12/09/2017 | 13:30
12/09/2017 | 13:30
ROMA - «In alcuni territori non mi aspetto che sarà rispettato l'equilibrio» della distribuzione dell'offerta di gioco, «visto che sono state inserite le distanze dai luoghi sensibili in nome della tutela della salute pubblica». Lo ha detto l'amministratore delegato di Snaitech, Fabio Schiavolin, rispondendo al sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta che ha illustrato l'accordo tra Governo ed enti locali siglato in Conferenza Unificata sulla redistribuzione dell'offerta sul territorio. «Oggi abbiamo tutti uno strumento su cui lavorare. Difendo l'accordo perché sono convinto che oggi abbiamo un terreno dialettico tra tutti i soggetti coinvolti per conciliare le diverse esigenze - ha ribadito Baretta - Senza l'accordo, non l'avremmo potuto fare e non avremmo potuto parlare neanche di investimenti. Anche gli enti locali devono rendersi conto che con questo accordo devono riposizionarsi sul concetto di gioco. Il rischio della concentrazione del gioco nelle periferie, a fronte di ampie zone senza gioco, non può essere corso».
La preoccupazione che l'accordo in Conferenza Unificata abbia dato troppo potere agli enti locali «è quella che regna su tutte le altre - ha sottolineato Schiavolin - Noi siamo sempre stati per la risoluzione tramite l'accordo, anche per dare certezza agli investitori. Ma ci preoccupa che agli enti locali venga demandata una gran parte delle disposizioni operative, come le distanze. Speriamo vengano indotti a tenere un atteggiamento omogeneo su tutto il territorio. Dobbiamo sapere come potremo investire per le prossime gare: se non c'è una forte regia dall'alto, questo obiettivo non verrá raggiunto». «Siamo intervenuti in una situazione in cui norme regionali, comunali e sentenze (quella della Puglia su tutte) spostavano sugli enti locali la totale libertá di decidere, fino alla totale espulsione del gioco - ha concluso Baretta - L'accordo, quando stabilisce quali sono i criteri, indica una strada che verrà tradotta con un provvedimento applicativo. Il primo banco di prova sarà il Piemonte, oggi abbiamo degli strumenti che obbligano tutti a trovare un punto di mediazione».
PG/Agipro
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