Attualità e Politica
07/10/2016 | 11:07
07/10/2016 | 11:07
ROMA - «Accettare un contratto da un'azienda leader nel mondo delle scommesse non era in linea con la nostra filosofia. E così, d'accordo col consiglio direttivo, ho deciso di rinunciare. È stata una decisione faticosa, ma condivisa». Così Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro, spiega - in un'intervista al quotidiano "Avvenire" - la decisione di rinunciare all'offerta della società GoldBet che aveva proposto un contratto di sponsorizzazione triennale da tre milioni di euro, in contrpaposizione con l'accordo tra Intralot e la FIGC che ha scatenato la polemica. «C'è una ragione di forte responsabilità alla base della mia decisione. Ho voluto impostare la governance del periodo di presidenza sulla testimonianza di valori importanti, perprovareamettere le radici per un calcio diverso da quello attuale. Chiaramente, accettare come sponsor della Lega Pro un'azienda leader nel mondo delle scommesse non era in linea con questa filosofia. E cosi, d'accordo col consiglio direttivo, ho deciso di rinunciare. È stata una decisione faticosa, ma condivisa: ho pensato che la coerenza rispetto a certi valori fosse più importante», ha detto Gravina. Inoltre, «abbiamo preso una decisione che non ha precedenti nella storia della Lega pro. Anche per marcare una distanza da certe situazioni, abbiamo siglato un accordo di collaborazione con l'Unicef. L'abbiamo fatto perché secondo noi il calcio, che resta lo sport più coinvolgente nel nostro Paese, deve saper mobilitare non solo valori sportivi e agonistici, ma soprattutto valori etici, dando un aiuto a chi è meno fortunato», ha spiegato.
«Questo, per l'universo calcio, è un momento delicato e se, prima di prendere quella decisione, ci fosse stata per tutti la possibilità di confrontarsi, ciò magari avrebbe potuto aiutare a raccogliere punti di vista differenti», ha detto Gravina a proposito dell'accordo tra la FIGC e Intralot. «Io penso che il gioco e lo sport, quelli veri, non abbiano nulla a che fare con le ludopatie. Noi abbiamo ragazzi e bambini a cui dobbiamo far capire che il gioco è un'altra cosa. Se si vuole lavorare per un calcio diverso, all'insegna dei veri valori, bisogna dare una testimonianza diversa», ha spiegato, ricordando che «abbiamo investito nella lotta al match fixing, sigiando un accordo con una delle più importanti organizzazioni mondiali, Sport Radar, per monitorare i campionati, in un mondo in cui esistono purtroppo maglie larghe e la malavita spesso s'infiltra. Noi subiamo questo tipo di violenza, ma dobbiamo stringere le maglie e far sì che non avvenga più», ha concluso Gravina. RED/Agipro
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