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Attualità e Politica

12/04/2021 | 16:20

Giochi in Piemonte, As.tro scrive all'assessora Chiorino: "Settore tra lockdown e legge regionale, intervenire subito o le aziende falliranno"

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ROMA - Intervenire «tempestivamente» contro le infiltrazioni criminali nel settore del gioco legale ed evitare il fallimento delle aziende piemontesi. È l'appello lanciato dall'associazione As.tro in nella lettera inviata a Elena Chiorino, assessora al Lavoro, Istruzione, Formazione professionale della Regione Piemonte. «Abbiamo apprezzato il suo intervento nel corso della trasmissione Omnibus dello scorso 8 aprile dove ha sottolineato la necessità, soprattutto in questa fase emergenziale, di tutelare e sostenere le imprese», si legge. L'associazione fa poi il punto sullo stato delle imprese del settore, «pesantemente colpite dagli effetti prodotti dalla normativa regionale sul gioco e compromesse dall’emergenza sanitaria». A preoccupare in questa fase è in particolare «la mancanza di una previsione di ripartenza», che rende difficile «immaginare un contenimento degli effetti economici sulle aziende del settore».

La situazione in Piemonte è «molto grave» anche a causa della legge regionale sul gioco del 2016. «Come stiamo denunciando da oltre 3 anni - spiega Mario Negro, presidente onorario As.tro - la previsione dell’applicazione retroattiva della legge regionale 9/2016, pur non avendo fatto registrare alcuna diminuzione sulla raccolta di gioco, ha determinato e continuerà a determinare conseguenze devastanti sulla tenuta delle imprese del gioco legale del Piemonte e sul relativo bacino occupazionale». Negro ricorda il rapporto della CGIA di Mestre sugli effetti della legge che ha già stimato una perdita di 1.700 posti di lavoro. Un dato che «non tiene ancora conto delle perdite occupazionali che riguarderanno le sale da gioco e le sale scommesse, la cui chiusura coatta, iniziata nel maggio 2019, entrerà pienamente a regime quest’anno». Per tale settore si prevede che l’applicazione del “distanziometro” metterà a rischio «ulteriori 1.738 posti di lavoro».
As.tro ribadisce poi «le conseguenze sulla salvaguardia della legalità», con una riemersione del gioco illegale evidenziata sia dalla stessa CGIA, sia da Marcello Minenna, dg dell'Agenzia Dogane e Monopoli, che ha spiegato come nel 2020 «il volume di gioco illegale ha superato i 20 miliardi di euro», una cifra che «di colpo fa indietreggiare l’Italia a 20 anni fa».

Tali dati evidenziano secondo As.tro «il fallimento della legge regionale e dei divieti imposti dalla stessa al gioco legale: sino ad oggi la Regione Piemonte, senza far registrare risultati positivi in termini di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo – che resta l’obiettivo cardine - ha semplicemente adottato politiche volte alla cancellazione delle aziende di gioco». L'associazione offre quindi «immediata disponibilità a qualsiasi forma di confronto a livello istituzionale», sia su temi legati all'emergenza sanitaria, sia su quelli posto dalla legge regionale: «Se non si interviene tempestivamente - conclude Negro - si correrebbe il rischio di consegnare l’offerta di gioco» alle organizzazioni criminali e significherebbe «abbandonare le aziende piemontesi al fallimento, con tutte le ripercussioni sul fronte occupazionale.

LL/Agipro

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