Attualità e Politica
26/05/2017 | 15:53
26/05/2017 | 15:53
ROMA - «Il Governo ha dimostrato di voler davvero regolamentare il settore, mantenendo ciò che ha promesso. Ha fatto un passo, ora gli altri seguano l'esempio». Positivo il giudizio di Maurizio Ughi, amministratore unico di Obiettivo 2016, sulle ultime mosse dell'Esecutivo, che con un emendamento alla manovra economica ieri ha dato avvio alla riduzione delle slot, con un taglio del 34% entro il 30 aprile 2018. Il plauso all'azione di Governo è solo la sintesi di un ragionamento più complesso, che parte dal concetto stesso di gioco, che, di per sé «non fa male, anzi fa bene. È l'abuso che va combattuto, tesi sostenuta anche dal famoso decreto Balduzzi. E allora che cosa deve fare lo Stato? Deve regolamentare, contingentare il gioco, non certo abolirlo, in modo da combattere l'abuso e tutelare la salute pubblica. E visto che la salute è un bene di tutti, a Nord come a Sud, le stesse regole devono valere in tutto il territorio nazionale».
Il piano del Governo, però, continua a trovare forti resistenze nelle Regioni. «E allora lo Stato decida autonomamente, altrimenti dimostra di non avere a cuore gli interessi della popolazione. Quanto alle Regioni, continuano ad alzare l'asticella in nome della lotta alla ludopatia, ma in questo modo rimandano la regolamentazione del settore e aggravano i problemi. Si parla tanto di distanze, di punti sensibili, ma per lo più si tratta di cose non supportate da dati e ricerche. Alcuni regolamenti locali mettono tra i punti sensibili addirittura i compro oro: negozi magari aperti da qualche mese, che fanno fuori aziende sul mercato da decenni».
Tra le conseguenze negative del mancato accordo tra Governo e Regioni c'è di sicuro lo stallo del bando scommesse, che la legge di Stabilità del 2016 prevedeva per il 1° maggio dello scorso anno e che in mancanza di un piano sulla distribuzione territoriale dei punti di gioco resta inattuabile. Un argomento che sta ovviamente a cuore a Maurizio Ughi, che qualche anno fa ha dato vita a Obiettivo 2016 proprio nella prospettiva del bando e della definizione del mercato legale. Se la situazione non si sbloccherà, sarà difficile evitare una proroga delle concessioni. «Se proroga ci sara – dice Ughi – sarà senz'altro onerosa. Al riguardo, c'è un aspetto molto importante su cui riflettere. L'eventuale proroga dovrà prevedere l'apertura al mercato di soggetti non autorizzati, altrimenti si configurerebbe un indebito favore ai concessionari e l'Unione Europea aprirebbe una procedura d'infrazione. Quindi, il mercato si allargherebbe, il che è l'esatto contrario di ciò che si propone il piano di riordino».
MF/Agipro
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