Attualità e Politica
12/09/2017 | 15:06
12/09/2017 | 15:06
ROMA - «Un accordo non risolutivo, ma senza dubbio un bel punto di partenza, che va declinato al più presto in decreti attuativi». Positivo il giudizio di Simona Neri sul piano governativo di riordino dei giochi, che ha avuto il via libera dagli enti locali in sede di Conferenza Unificata lo scorso 7 settembre. Sindaco di Pergine Valdarno (Arezzo) e responsabile Anci Toscana del progetto ludopatia e bullismo, la Neri ha assunto da qualche tempo un ruolo primario e decisivo in campo non solo regionale per tutto ciò che riguarda il contrasto alla ludopatia. Un tema sul quale ha dibattuto di recente anche a Bruxelles, nel corso di un convegno organizzato dal Parlamento Europeo.
L'accordo Governo-Enti locali prevede da una parte il taglio degli apparecchi e il dimezzamento dei punti vendita; dall'altra permette a regioni e comuni di mantenere le proprie normative sui giochi. Dal suo punto di vista di amministratore locale è il massimo che si poteva ottenere?
«Direi che si tratta di un deciso passo avanti rispetto alla precedente proposta governativa, che riduceva il distanziometro a soli 150 metri e indicava soli tre luoghi sensibili: scuole, luoghi di culto e sert. Su quella bozza Anci Toscana si era premurata di inviare un emendamento per salvaguardare l’autonomia dei consigli comunali nell’individuazione di luoghi sensibili ulteriori».
Perché ritenevate insufficienti i tre punti sensibili indicati dal Governo?
«Perché ogni territorio si differenzia dall’altro per abitudini, vita associativa e distribuzione dei punti di aggregazione sociale. Ritenevamo che in quel modo l'Esecutivo andasse a ledere competenze che l'ordinamento italiano affida a Regioni e autonomie locali. Parlo per esempio del principio costituzionale di tutela della salute, di sussidiarietà e di altri principi garantiti e connessi al contrasto del gioco d'azzardo patologico. Inoltre, si toccavano libere scelte di pianificazione demandate all'ente locale ai fini della salvaguardia del centro storico, della sicurezza, della viabilità, dell'inquinamento acustico e della quiete pubblica». (segue)
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