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Attualità e Politica

19/09/2017 | 10:34

Riordino giochi, Federserd: "Bene intesa, ma necessarie ricerche per valutare efficacia delle disposizioni"

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riordino giochi federserd

ROMA - “Tutte le parti istituzionali interessate e coinvolte nella discussione sulla proposta governativa di riordino dei giochi, mostrano soddisfazione per il risultato raggiunto” e nonostante alcuni “limiti, ci sembra un buon segnale di inversione della tendenza che ha caratterizzato dieci anni di espansione incontrollata del mercato dei giochi”. È l'analisi di Maurizio Fea, responsabile nazionale per il gioco di Federserd, dopo l’accordo raggiunto in Conferenza Unificata sul riordino del settore. “Non stiamo qui dunque a recriminare che si sarebbe potuto fare di meglio - spiega Fea - cosa ovvia ma buona solo per fare polemica, piuttosto vorremmo che l’adozione di queste disposizioni fosse accompagnata da ricerche in grado di valutarne l’efficacia su alcuni punti: la variazione del numero complessivo dei giocatori alle macchinette, la eventuale riduzione dell’ammontare giocato agli stessi apparecchi, la variazione del numero di giocate complessive, per capire se e come si riduce eventualmente la platea dei giocatori a bassa intensità e se e come varia la quota dei giocatori incalliti”. Si tratta, chiariscono da Federserd, di “indicazioni generiche da approfondire e articolare, insieme ad altre ipotesi di studio, per capire se i cambiamenti proposti incidono sui comportamenti di gioco della popolazione e riducono i rischi, onde evitare poi il solito tentativo di affermare che una legge è meglio dell’altra, senza alcuna prova che ne dimostri l’efficacia, male cronico e grave del nostro paese”. E’ necessario, spiega ancora Fea, che qualunque ricerca sia “progettata ora, prima che i cambiamenti diventino operativi e vanifichino quindi ogni possibile misura di cambiamento”. Tornando all’accordo, poi, Fea evidenzia che il documento “concede gratuitamente ai Comuni, l’accesso ad alcune banche dati gioco dei Monopoli, definisce i criteri di carattere quantitativo generale su base regionale che dovrebbero dare ai Comuni la possibilità di disciplinare numero e distribuzione degli apparecchi, con logiche più rispettose del buon senso e di ciò che di scientifico si conosce dei comportamenti umani”. La speranza, spiegano ancora da Federserd, è che “nel formulare i piani di revisione e distribuzione delle offerte di gioco, gli amministratori non si avvalgano soltanto della collaborazione di intransigenti proibizionisti politicamente attivi, ma facciano ricorso a quanto la ricerca mette a disposizione per individuare le strategie migliori e più efficaci per ridurre non solo l’offerta di gioco ma anche la domanda. Cosa molto più complessa e difficile ma non impossibile, se si abbandona la retorica politicamente aggressiva e autoreferenziale che ha caratterizzato il confronto, a favore di riflessioni più pacate e orientate alla ricerca di risposte che non potranno mai essere totalmente esaustive, bensì solo parziali ma certamente efficaci”.  I criteri adottati dagli enti locali per la definizione dei luoghi sensibili, ad oggi, sono “poco fondati”: se si facesse riferimento “alle ricerche scientifiche piuttosto che alle ideologie o alle opinioni, si scoprirebbe che l’affiliazione ad una fede religiosa e l’appartenenza ad una comunità ecclesiale è il più robusto fattore di protezione, sia per i giovani che gli adulti, verso ogni tipo di dipendenza patologica. Dunque i frequentanti le chiese e gli oratori sono i soggetti meno a rischio di tutta la popolazione così si può dire dei cimiteri e di altre brillanti indicazioni che si possono trovare in molte disposizioni emanate da comuni e regioni”, concludono da Federserd.

RED/Agipro

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