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Attualità e Politica

23/11/2017 | 17:47

Scommesse, Cassazione: “Stop all’attività di centri esteri che non hanno aderito a sanatoria”

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ROMA - Il pagamento dell’imposta unica non autorizza un bookmaker senza concessione a raccogliere gioco in Italia. È quanto si legge nella sentenza della Corte di Cassazione che rigetta il ricorso del titolare di un centro scommesse lucano collegato alla società maltese Sogno di Tolosa, sequestrato per raccolta abusiva. Nonostante la particolare situazione della società (che ha sempre sostenuto di aver pagato regolarmente le imposte, pur essendo priva di concessione), il collegio della Terza sezione penale ritiene che la mancata adesione alla sanatoria prevista dalla legge di stabilità 2015 sia decisiva.
I giudici ricordano che nella manovra di quasi tre anni fa - che ha introdotto per la prima volta il condono fiscale per i bookmaker senza concessione - veniva fatta una distinzione tra i centri che avevano versato le somme previste per l’emersione (comma 643 della legge) e quelli che invece avevano solo presentato l’autodenuncia della propria attività (comma 644). Nel primo caso, il ctd ha il diritto di continuare l’attività, ma tali principi non possono essere applicati nei casi in cui non è avvenuta la regolarizzazione fiscale con versamento dei 10 mila euro previsti. Nel caso presente, dunque, va escluso che nei confronti della società “sia stato dispiegato un comportamento discriminatorio sotto il profilo della arbitraria esclusione dalla gara per il rilascio della concessione, giacché è stata la stessa società a non aver mai richiesto la regolarizzazione, preferendo formulare una richiesta di incontro con i Monopoli al fine di conseguire un formale titolo abilitativo a operare sul mercato italiano dei giochi e delle scommesse”. Il Tribunale di Potenza ha “correttamente affermato” che da tale scelta “mai avrebbe potuto derivare il diritto di esercitare liberamente un'attività richiedente il rilascio di apposita concessione”. La Cassazione boccia dunque la richiesta di rinviare la questione della sanatoria davanti alla Corte di Giustizia Europea (“deve escluderci che la normativa si ponga in contrasto con le libertà sancite dal Trattato Ue”), così come quella di sollevare la questione di legittimità costituzionale dei commi 643 e 644. LL/Agipro

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