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Attualità e Politica

26/06/2015 | 15:00

Slot, Genova: la scultura contro la ludopatia scatena le polemiche

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ROMA - Genova sarà la prima città italiana ad avere un "monumento contro la ludopatia": prevista questa sera l'inaugurazione di una installazione dello scultore Alfonso Bonavita nel municipio di Sampierdarena, un enorme dado rosso in cui è conficcato un palo di ghisa di dieci metri, su cui si arrampicano due figure impigliate in una rete che vanno verso dei sacchi di denaro. Scultura intitolata "Game Over" e che, al di là delle considerazioni estetiche e soggettive, almeno nel capoluogo ligure sta ricevendo parecchia pubblicità di riflesso, a causa delle polemiche politiche. In particolare alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle accusano il Comune e l'assessore alla sicurezza Elena Fiorini di aver voltato le spalle all'iniziativa, rifiutando di partecipare all'inaugurazione dopo una iniziale apertura. Ma non solo: Bonavita, in un'intervista al Fatto Quotidiano, rilancia, sostenendo che il mancato sostegno della politica locale deriverebbe dall'aver "toccato interessi potenti. Temo per la mia incolumità e per quella della mia famiglia".

Accuse pesanti, in particolare queste ultime. Agipronews ha provato a sbrogliare in parte il filo della vicenda, innanzitutto ascoltando la replica dell'Assessore Fiorini. "Oggi non sarò all'inaugurazione per precedenti impegni, ma in ogni caso l'iniziativa riguarda il Municipio, che ha una sua autonomia, non il Comune - ha detto l'assessore - L'impegno di Genova per il contrasto alla ludopatia, però, mi pare evidente - ha spiegato ancora - siamo stati tra i primi ad approvare un regolamento contro la diffusione delle slot, abbiamo fissato al 12 giugno la giornata della lotta all'azzardo e abbiamo già effettuato lo screening di tutti i locali con le macchinette per applicare le distanze minime dai luoghi sensibili. Anche sul contrasto alle offerte di gioco illegale stiamo facendo il massimo: certo, individuare i punti non autorizzati è più difficile, ma abbiamo il sostegno e la collaborazione dei cittadini. Spesso ci segnalano delle attività che aprono come copisterie o punti vendita generici e poi all'interno hanno dei computer collegati con siti online illegali: in quel caso chiediamo l'intervento immediato della polizia giudiziaria per effettuare i sequestri". 

La scultura pian piano si sta avvicinando al livello di polemiche scatenate dal "Dito" piazzato da Maurizio Cattelan di fronte la Borsa di Milano, di sicuro non ha lasciato indifferente neanche Massimiliano Pucci, presidente dell'associazione Astro. "Da Presidente di una Associazione che rappresenta gli operatori del gioco lecito, e che in quanto tale combatte quello illegale, ho provato dispiacere nell’assistere all’ennesima assimilazione (sbagliata) tra i due diversi fenomeni", dice Pucci, che ha sottolineato le sue perplessità anche in una lettera aperta al Secolo XIX, "lo stesso giornale su cui si legge sempre più spesso di come a Genova l'offerta di gioco illecito stia assumendo sempre maggiore peso e invasività, a discapito del tessuto socio-economico". "Mi domando se il monumento aiuti la cura dei veri malati di G.A.P., che sono assistiti (7.000 in tutta Italia) e chi, tranne l’autore stesso, tragga beneficio da una iniziativa che non si propone di affrontare nessuna emergenza genovese". E sulle minacce a Bonavita, Pucci sottolinea come “i consiglieri comunali hanno già rassicurato l’artista sulla innocuità degli operatori locali, ma da Presidente degli operatori del gioco lecito sento l’obbligo di denunciare la gratuità delle paure avvertite”, e aggiunge che “solitamente chi nutre timori autentici non esita a indicare i nomi di coloro che li generano”. Altrimenti, prosegue ancora il presidente di Astro “mi preme ricordare la profonda scorrettezza che eventualmente caratterizzerebbe l’idea di far solo parlare di sé, lamentandosi che 'potenti' gestori di sale da gioco gli abbiano generato paure per la incolumità fisica. Si facciano tutti i monumenti che si ritengano opportuni, quindi, ma non si dica che gli operatori del gioco lecito - che lavorano per lo Stato e che rispettano la legalità al punto di chiudere le aziende che i locali regolamenti comunali non rendono più redditizie - minacciano o incutono timori per l’incolumità di alcuno".

PG/Agipro 

 

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