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Ultimo aggiornamento il 28/11/2025 alle ore 15:48

Attualità e Politica

28/11/2025 | 14:41

Cosenza, il Tar Calabria revoca la licenza al titolare di un centro scommesse: “Potenziale rischio di infiltrazioni criminali”

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Cosenza il Tar Calabria revoca la licenza al titolare di un centro scommesse: “Potenziale rischio di infiltrazioni criminali”

ROMA – Quando emergono elementi che fanno presumere un potenziale rischio di infiltrazioni criminali, l’autorità di pubblica sicurezza può revocare la licenza per la raccolta delle scommesse. È quanto ribadito dal Tar Calabria, che ha confermato il decreto con cui la Questura di Cosenza aveva ritirato le autorizzazioni necessarie per l’esercizio delle scommesse e per l’installazione di apparecchi da intrattenimento all’interno di un esercizio commerciale della zona.
Secondo quanto si legge nella sentenza, la Questura ha ritenuto che il titolare dell’attività non offrisse le garanzie di affidabilità richieste in un settore considerato “particolarmente esposto a rischi di infiltrazioni criminali”. A fondamento della revoca, l’Amministrazione ha richiamato due episodi ritenuti significativi: la frequentazione continuativa di una persona condannata nel 2011 per favoreggiamento in un contesto legato alla criminalità organizzata e il rapporto di amicizia con un secondo soggetto, anch’esso con precedenti per rapina. Quest’ultima circostanza, sottolinea il Tar, non è stata né contestata né chiarita dal ricorrente nel corso del giudizio.
Per la Questura, tali elementi compongono un quadro generale di inaffidabilità, incompatibile con la gestione di un’attività particolarmente delicata come quella del gioco e delle scommesse.

Nel ricorso, il titolare lamentava "violazioni di legge, eccesso di potere, travisamento dei fatti e carenze istruttorie da parte dell’Amministrazione". Sosteneva inoltre che la frequentazione del soggetto condannato non potesse essere ritenuta rilevante, alla luce delle attenuanti generiche riconosciute e del presunto venir meno dei suoi legami con ambienti criminali. Il Tar, tuttavia, ha giudicato tali argomentazioni insufficienti: il settore del gioco, si legge nella decisione, "presenta aspetti di delicatezza tali da condurre ad evitare qualsiasi frequentazione equivoca, potenzialmente idonea a trasformarsi in una infiltrazione della criminalità nel menzionato ambito imprenditoriale”.

Il Collegio ha quindi ritenuto legittime e ragionevoli le valutazioni della Questura, confermando la “non piena affidabilità” del ricorrente. Inoltre, il Tribunale ha precisato che la revoca della licenza non compromette il diritto costituzionale alla "libertà di iniziativa economica", poiché l’interessato può comunque operare in altri settori. Nel comparto delle scommesse, invece, lo Stato è legittimato ad applicare criteri più rigorosi per tutelare l’ordine pubblico.

FRP/Agipro

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