Attualità e Politica
08/07/2021 | 14:04
08/07/2021 | 14:04
ROMA - Trovare una soluzione equilibrata sui limiti orari degli apparecchi da gioco, in modo da tutelare la salute ma anche le imprese e l'occupazione. È quanto auspica l'associazione As.tro - aderente a Confindustria SIT e che rappresenta gli operatori di gioco - in una lettera inviata al sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, e all'assessora al Commercio, Mariafrancesca Sidoli. La comunicazione di As.tro arriva dopo l'approvazione del "Regolamento sul gioco d'azzardo" e in vista dell'ordinanza sindacale che limiterà il funzionamento degli apparecchi da gioco. L'associazione, tramite l'avvocato Massimo Piozzi del Centro Studi As.tro, chiede di essere coinvolta «anche attraverso un apposito incontro» prima dell’adozione definitiva del provvedimento, per trovare un punto di incontro tra le diverse esigenze. «L’emanazione di un’ordinanza troppo restrittiva», al di sopra delle 6 ore giornaliere, comporterebbe una rilevante perdita di redditività delle sale e di conseguenza «la necessità di sacrificare dal 50% all’80% del personale attualmente in organico». L'associazione fa poi presente i dubbi sollevati da numerosi studi sull'efficacia dei limiti orari nella prevenzione della ludopatia e il rischio di lasciare spazio all'offerta illegale. Altro punto importante per As.tro è la «necessità che le fasce orarie non siano spezzettate nell'arco della giornata». Una scelta di dubbia efficacia secondo l'associazione: «la ristrettezza dei tempi in cui è consentito giocare tende ad alimentare le pulsioni compulsive del giocatore problematico», spiega Piozzi. Inoltre, le interruzioni a "singhiozzo" «rendono impossibile, per gli esercizi dedicati, organizzare i turni di lavoro nel rispetto delle normative e dei contratti collettivi». Una soluzione equilibrata potrebbe invece consistere «in una differenziazione degli orari tra gli esercizi che esercitano l’offerta di gioco come attività prevalente (le sale giochi e le sale VLT) e quelli che invece la esercitano come attività secondaria (come i bar e le tabaccherie)». Infatti, conclude As.tro, «mentre i primi si sostentano con la sola attività di gioco, e quindi subiscono maggiori conseguenze – in termini economici ed occupazionali – dalle limitazioni orarie, i secondi, pur subendo anch’essi, per effetto di tali limitazioni, una diminuzione della loro capacità reddituale, possono beneficiare dei ricavi derivanti dall’attività prevalente».
RED/Agipro
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