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Ultimo aggiornamento il 15/12/2025 alle ore 10:25

Attualità e Politica

15/12/2025 | 08:45

Manovra 2026 in ritardo, convocazione Commissione Bilancio del Senato rinviata ad oggi alle 14: testo in Aula entro lunedì 22

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Manovra 2026 in ritardo convocazione Commissione Bilancio del Senato rinviata ad oggi alle 14: testo in Aula entro lunedì 22

ROMA – La Manovra 2026 è ancora in una fase di stallo. È infatti slittato nuovamente l’avvio dei lavori in Commissione Bilancio del Senato, inizialmente previsto per la serata di domenica. Come riporta l'Ansa, la nuova convocazione è fissata per oggi alle 14. Successivamente, il calendario prevede sedute a ritmo serrato, anche in orario serale, fino a sabato. L’ipotesi più accreditata indica l’approdo del testo in Aula a Palazzo Madama per lunedì 22 dicembre, mentre alla Camera il via libera finale è atteso tra Natale e Capodanno.
Per quanto riguarda il settore dei giochi, la Manovra prevede lo stanziamento di 80 milioni di euro a favore delle Regioni, come quota di compartecipazione al gettito fiscale generato dagli apparecchi da gioco. Una misura considerata significativa, che rappresenta un ulteriore passo verso il completamento del riordino del gioco fisico. All’esame anche diversi emendamenti collegati ai giochi pubblici. Tra questi, la proposta della senatrice Cristina Tajani (Partito Democratico) per l’istituzione di un “Fondo per il contrasto alle ludopatie”, e l’emendamento presentato dai senatori di Fratelli d’Italia Ambrogio, Mennuni, Russo, Gelmetti e Nocco, che mira a risolvere sia la questione del taglio da 500 milioni di euro alla filiera degli apparecchi da gioco, introdotto con la Legge di Bilancio 2015 del Governo Renzi, sia la controversia tra l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e i concessionari delle scommesse ippiche sui minimi garantiti. Infine, è stato segnalato anche l’emendamento di Claudio Lotito (Forza Italia), che propone l’abolizione del divieto di “pubblicità indiretta” del gioco – mantenendo però quello sulla pubblicità diretta – introdotto dal Decreto Dignità del 2018. La proposta ha tuttavia incassato il parere negativo del ministro della Salute, Orazio Schillaci.

FRP/Agipro

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