Attualità e Politica
11/05/2017 | 12:14
11/05/2017 | 12:14
ROMA - "Finalmente abbiamo a disposizione dati analitici che consentono di valutare l'attivitá di gioco. Le regole italiane nascono da uno studio fatto dal senato nel 2003, che misurava 800mila videopoker illegali sul territorio. Le norme approvate hanno dato garanzie ai giocatori, mentre la filiera può operare in un contesto legale". Lo ha spiegato Alejandro Pascual, AD Codere Italia, nel corso della presentazione del rapporto "La percezione del gioco d’azzardo in Italia", della Fondazione Bruno Visentini, realizzato su incarico della Fundacion Codere. "La nostra attivitá a livello politico e mediatico viene vista come incapace di creare ricchezza per l'economia, si dá risalto solo alle negativitá. - ha aggiunto Pascual - I legislatori rischiano di distruggere quanto di buono fatto fino a oggi se, ad esempio, si prosegue con aumenti di tasse che farebbero crollare il sistema. Analogamente le limitazioni per il gioco possono creare le condizioni per il ritorno dell'illegalitá, con misure inutili".
Il rischio, ha detto ancora Pascual, è quello di "distruggere un'attivitá importante per i posti di lavoro, le entrate erariali e l'offerta legale e sicura che propone. Il sistema italiano é unico nel mondo e viene visto come esempio. Serve difendere quanto di buono fatto in questi anni. In Spagna le attivitá di gioco sono regolamentate da oltre 40 anni, l'approccio é diverso, più sereno nelle valutazioni anche grazie a studi come quello presentato oggi che si fanno da diversi anni e garantiscono una percezione più responsabile".
Il gioco problematico in Spagna raggiunge "tra lo 0,1 e lo 0,3 per cento della popolazione, in termini assoluti tra 34mila e 100mila residenti", ha spiegato José Ignacio Cases, vice presidente della Fundacion Codere e professore dell'Universitá di Madrid. La fondazione ha affidato otto anni fa all'istituto madrileno una ricerca simile a quella presentata oggi alla Luiss, che viene aggiornata ogni anno. "A qualcuno piacerebbe sostenere che se cresce la crisi e la povertá aumenta il gioco - ha detto Cases - ma i dati reali pubblicati anno dopo anno smentiscono queste argomentazioni. Il gioco problematico é una malattia seria, richiede l'attenzione dei servizi sociali e sanitari. Ma nulla giustifica che persone mediamente serie e informate possano affermare irresponsabilmente che ci siano, in Italia o in Spagna, milioni di malati di ludopatia. Esagerare i numeri, paradossalmente, facilita l'allontanarsi del problema fino a ignorarne l'importanza e rende difficile stabilire mezzi e meccanismi adeguati per combatterlo".
PG/Agipro
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