Attualità e Politica
26/02/2021 | 13:10
26/02/2021 | 13:10
ROMA - «È il momento di riprendere in mano il riordino della materia, bisogna procedere a una ridefinizione delle norme in un testo unico nazionale - condiviso con gli enti locali, nel solco dell'accordo raggiunto in Conferenza Unificata nel 2017 - che raccolga tutte le disposizioni sul gioco pubblico, che riqualifichi e riduca l'offerta di gioco e che dia certezze e garanzie al settore». Lo ha detto Domenico Faggiani, responsabile del Coordinamento Nazionale sul gioco dell'Anci, nel corso del webinar "In nome della legalità". «Non basta un intervento su un solo gioco, c'è bisogno di norme condivise che consentano di affrontare adeguatamente il tema della dipendenza, attraverso un'attività di prevenzione e di formazione adeguata per gli operatori del settore, che potrebbero fornire un importante contributo. Bisogna utilizzare tutte le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, come ad esempio la sostituzione degli apparecchi con quelli di nuova generazione che permettano di attivare meccanismi di autoesclusione per i giocatori», ha continuato. «Ci sarebbe bisogno anche di un aumento dello stanziamento delle risorse da destinare alla prevenzione e alla cura delle dipendenza», oltre a «norme che consentano un più efficace contrasto all'illegalità, con un'armonizzazione a livello europeo» e «con il coinvolgimento pieno degli enti locali: riteniamo che i Comuni possano dare un contributo importante, attraverso la polizia locale, ma occorre che gli organici siano adeguati e che ci sia un'adeguata formazione. Quindi c'è bisogno di dare risorse ai servizi comunali».
Un contrasto più efficace delle infiltrazioni «consentirebbe un maggiore recupero delle risorse ora in mano alla criminalità». Nell'ambito di un riordino del settore giochi - «una necessità che era già molto sentita prima della pandemia» - bisogna ipotizzare «norme che consentano un più efficace contrasto all'illegalità, con un'armonizzazione a livello europeo», ha spiegato Faggiani. Una posizione condivisa anche da Ranieri Razzante, presidente Aira (Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio): il problema, ha spiegato, «è che non esiste una normativa europea» sul gioco e che «la normativa antiriciclaggio viene disapplicata dalla maggior parte degli Stati europei». In Italia, invece, le infiltrazioni della criminalità organizzata «sono contrastate dalla nostra efficente antimafia - tra le migliori al mondo - e anche grazie alla collaborazione attiva del settore», ha aggiunto «La nostra rete di prevenzione di riciclaggio prevede delle regole molto severe, che sono seguite scrupolosamente dalle imprese del settore giochi», tra «i più attivi nella segnalazione delle operazioni sospette, lo strumento "principe" per prevenire il riciclaggio». Razzante ha ricordato che nel 2019, le sos provenienti dal comparto giochi sono state 6.470, nel 2020 invece 5.772. «Si è data enfasi alla dimunizione alle sos da parte del gioco, invece il calo è legato semplicemente alla chiusura del gioco fisico e le segnalazioni riguardano per lo più il gioco online: si tratta di uno "spostamento" che era già in atto prima della pandemia», ha rilevato.
MSC/Agipro
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