Attualità e Politica
05/02/2020 | 17:58
05/02/2020 | 17:58
LONDRA - Gioco responsabile, divieto di pubblicità e le grandi sfide del futuro: dalla complessa gestione della tessera sanitaria per le Videolotteries alla gara per gli apparecchi disegnata dal Governo, fino alla sostituzione – nel giro di un paio di anni - dell’attuale parco di slot machine in apparecchi da remoto. Ne ha parlato Fabio Schiavolin, Amministratore delegato di Snaitech, nel corso dell’intervista concessa ad Agipronews a margine di Ice London.
Schiavolin, a Londra si parla moltissimo di gioco responsabile e di un nuovo approccio da parte dell’industria…
«È il tema del futuro, Snaitech sta cercando di cambiare il linguaggio utilizzato nella comunicazione sui prodotti e verso il consumatore. La chiave di lettura sta nella parola “intrattenimento”, che non lascia spazio ad eccessi ed esagerazioni. In questo senso ci siamo già impegnati in passato a lanciare messaggi incentrati sul gioco come divertimento, con prodotti e proposte focalizzati sul divertimento del giocatore e non sull’azzardo. È chiaro che tutta l’industria deve farsi parte diligente. Noi, ad esempio, stiamo integrando in Italia il software "Bet Buddy" che sviluppa algoritmi per il monitoraggio di eventuali cambiamenti delle abitudini di gioco. Il blocco pubblicitario, in questa fase, non ci consente di fare una grande comunicazione ma il modo in cui attraiamo i clienti deve essere diverso: in passato gli operatori hanno avuto occasione di creare un codice di autoregolamentazione, allineandosi tutti insieme su toni bassi e vocabolario moderato. Purtroppo abbiamo mancato l’obiettivo e questa è – letta a posteriori – una responsabilità dell’industria. Speriamo che in questo momento, in cui tutti condividiamo il problema, gli operatori riescano a trovare un punto di condivisione sul tema».
L’altro tema di discussione a livello internazionale è la restrizione della pubblicità. In Italia, chi ha tratto davvero vantaggio dal divieto?
«Non abbiamo mai condiviso il divieto, introdotto forse a causa della cattiva qualità del linguaggio usato nei messaggi pubblicitari, lo abbiamo subìto. Recenti dati di mercato evidenziano una crescita di Snaitech, superiore rispetto a quella registrata dai soli operatori online. È a mio avviso l’effetto di una strategia di lungo termine e del grande lavoro che abbiamo portato avanti sia sul sito di gioco, con interventi decisi su contenuti e prodotti, che sull’app mobile, adesso decisamente più performante. C’è poi il tema della brand awareness, che nel caso di Snaitech è un elemento indiscutibile: in un momento di oscuramento totale della comunicazione, siamo percepiti come un marchio affidabile, che mantiene le sue promesse e offre contenuti che soddisfano le richieste dei clienti, dallo streaming al gioco live. Tutto questo fa di Snaitech uno degli operatori con maggiore offerta di mercati di scommesse. Dal punto di vista del retail, possiamo affermare che l’estensione della rete certamente conta, ma altrettanto conta il valore del brand, che nel nostro caso si basa su 2 elementi forti: la storia e i contenuti. Pur non essendo l’operatore con più punti vendita sul territorio, infatti, oggi riusciamo a colmare il gap con la penetrazione del marchio».
Dal primo gennaio serve la tessera sanitaria per accedere alle Vlt: si sentono tante opinioni, cosa sta succedendo?
«Siamo stati tra i primi a manifestare le nostre perplessità su una misura che poteva incidere sulle performance – e quindi anche sul gettito – delle Videolotteries. È puntualmente avvenuto quanto previsto, perché nel primo mese continuiamo a registrare un effetto negativo a doppia cifra. C’è evidentemente un problema di fiducia nei confronti dello strumento introdotto, oltre che di non accessibilità per tutta la platea dei consumatori. Si tratta di una questione-chiave per l’industria dei prossimi due-tre anni, assieme ai temi della tecnologia degli apparecchi e delle gare».
Gare e Awpr, quindi, rappresentano le prossime sfide…
«Partendo dalla gara, va detto che impegna gli operatori per nove anni con requisiti finanziari molto impegnativi e garanzie a lungo termine. Il punto però è che viviamo ancora l’annosa questione territoriale, dopo la disapplicazione dell’Intesa Stato-regioni. La procedura è molto costosa, si chiede uno sforzo complessivo da 2-3 miliardi, esteso a tutti i livelli della filiera. Non avere un set di regole chiare e uniformi sul territorio la rende però inapplicabile. Nello stesso periodo, ci viene chiesto anche un pesante investimento nella tecnologia delle nuove macchine, che secondo noi ha senso solo se c’è un cambiamento sostanziale in termini di sicurezza. Da quello che abbiamo letto sul decreto tornato dalla Commissione Ue, è una sorta di versione aggiornata dell’attuale slot, che non risolve i problemi di sicurezza. Forse, anche su questo c’è da fare una riflessione. Lo scenario è complesso: calo dei ricavi nelle Vlt, impegni e investimenti con le gare per le concessioni e cambio delle macchine. È chiaro che il sistema rischia il blackout».
NT/Agipro
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